- GruppoHito
L'APPRENDIMENTO
Aggiornato il: 11 mar 2020
L'apprendimento è un processo di acquisizione o di cambiamento di
contenuti, di comportamenti o di modalità di relazione con gli altri, con se
stessi e con la realtà. L'apprendimento differisce dalla maturità che è un
processo geneticamente prestabilito. L'apprendimento è un processo attivo,
che scaturisce dall'interazione tra motivazione, attenzione,memoria,
linguaggio, pensiero e fattori sociali ed emotivi. L'apprendimento può essere
formale, che avviene in contesti istituzionalizzati, o informale che avviene sia in
contesti formativi che extra formativi. Può essere facilitato da un insegnamento
esplicito o da un intenzione o può avvenire spontaneamente.
Agli inizi del 900', l'apprendimento viene studiato in ambito sperimentale e
psicologico, dai COMPORTAMENTISTI, di cui a l'epoca i massimi esponenti
erano Watson, Thorndike e Skinner.
Per questi autori la mente è come una black box, di cui è impossibile indagarne
il suo interno, ma si possono studiare i suoi nessi, la connessione tra stimolo e
risposta, tra input e output, tra azione e reazione. Infatti solo questi elementi
sono direttamente osservabili e verificabili. Inoltre, come esplica Thorndike,
tramite la legge dell'effetto, se le risposte comportamentali vengono premiate,
tenderanno a ripetersi più spesso.
Secondo questa teoria, l'apprendimento risulta un processo lineare, in cui,
come descrive lo stesso Amovilli, possiamo definirlo “idraulico”, ovvero c'è una
fonte, che è generalmente colui che detiene il sapere, e i discenti, ovvero
coloro che devono essere “riempiti” dalla sua conoscenza. È un modello di
insegnamento e quindi apprendimento di tipo lineare, che segue schemi e
regole precise, rigido, centrato sul docente, dove lascia poco spazio alla
creatività, e agli interessi dell'allievo. Infatti questo tipo di modello sembra
incentivare la motivazione estrinseca, ovvero ci si approccia all'apprendimento
solo in vista di una ricompensa futura, e non perchè si è smossi da interessi
personali. Le operazioni effettuate dal discente sono sopratutto cognitive, ad
esempio l'attenzione prolungata, la comprensione, l'assimilazione la
memorizzazione, in presenza di un elevato controllo motorio ed emotivo. La
valutazione è sommativa, ovvero legata al risultato di ogni prova valutativa, ed
è emessa da un autorità esterna, ovvero l'insegnante.
Skinner, indagò l'apprendimento tramite la Skinner Box. Sottopose delle cavie
ad un esperimento, in cui venivano inserite in una gabbia, dotata di una leva
per l'erogazione del cibo. Skinner analizzò diversi schemi di rinforzo a intervallo
fisso e variabile e a rapporto fisso e variabile, notando come quest'ultimo
generasse ostinazione e dipendenza nella cavia nel premere la leva per il cibo,
questo perchè l'erogazione del cibo, e quindi della ricompensa, avveniva in
maniera intermittente, ogni volta che la cavia spingeva la leva, il cibo non
veniva erogato con regolarità. Quindi questo esperimento sottolinea come nella
cavia sia avvenuto un apprendimento, mediante il meccanismo di stimolo-risposta.
Negli anni 90', emerge un nuovo approccio di apprendimento, che ricalca gli
anni e le innovazioni che caratterizzano questa epoca, come l'avvento
dell'informazione di massa, e l'uso delle tecnologie. In questo caso si parla del
COSTRUTTIVISMO. Questa teoria è molto recente, e fa emergere proprio
come lo sviluppo storico concettuale dell'apprendimento si sia evoluto nel
tempo.
Papert definisce l'apprendimento come un processo di costruzione da
assimilare al gioco dei lego. L'apprendimento non è lineare, ma modulare, si
parte da dei concetti a cui si possono collegare molti altri, l'artefatto, ovvero il
prodotto del nostro apprendimento, è la conseguenza di un processo di ricerca
e selezione che deriva dallo stesso discente, e non più da un unica fonte di
informazione, ma da molteplici, non si segue un filo conduttore univoco e
lineare, ma segue progressivamente risvolti nuovi e inaspettati. È un approccio
fondato sul discente, in cui le capacità da mettere in campo non solo solo di
tipo cognitivo, ma anche, creativo, di flessibilità, di ricerca. Tramite questo
modello viene stimolata la motivazione intrinseca, ovvero la spinta ad
apprendere,che viene dettata dall'esigenza del soggetto di sapere, conoscere,
dal suo interesse e dalla sua curiosità verso quella materia. Quindi il processo
di apprendimento si fonda su un concetto di costruzione della conoscenza, che
tal volta coincide con lo stesso processo valutativo. Infatti quello che viene
valutato non è solo la conoscenza, ma i processi, quindi la valutazione non è
sommativa ma formativa. Tal volta si stimola lo stesso discente ad una propria
riflessione, che stimola e produce una sua autovalutazione. Un esempio è
rappresentato dal portfolio, che in alcuni ambienti, sopratutto nell'ambito del
lavoro, lo psicologo, per esempio nell'atto del RECLUTING, valuta il “saper
fare”, l'atto creativo, e lo sviluppo nel tempo delle capacità acquisite del
soggetto, di cui egli stesso è consapevole tramite la visione del suo portfolio.
Nel 2017, Carpenter e Tofness, utilizzano il prequestioning, (porsi delle
domande prima di apprendere), per indagare come il ruolo di un insegnante
che stimoli i discenti e non solo esponga passivamente il sapere, possa fare la
differenza nel processo dell'apprendimento. Il loro esperimento consiste nel
sottoporre due gruppi di bambini alla visione di un documentario sull'isola di
Pasqua, ma solo ad uno dei due, l'insegnante pone delle domande prima della
visione. Quello che emerge è che i bambini sottoposti al prequestioning, nel
momento della valutazione del loro sapere, tramite dei test, si sono mostrati
più efficienti, rispetto agli altri. Questo dimostra l'importanza di avere un ruolo
attivo nel processo dell'apprendimento, che può essere stimolato dall'insegnate
stesso.
La teoria Comportamentista dell'apprendimento, è stata presa come modello
per molto tempo, e in parte ancora oggi si applica questa teoria nel contesto
formativo e scolastico. Sicuramente è un approccio più facile da applicare, che
ben si inserisce nell'ambiente scolastico. Il fatto che ci sia un' unica fonte,
formata e autorevole, che espone il suo sapere, sicuramente fa di quel sapere
una fonte sicura di informazione. Come succede nel contesto universitario, in
cui il docente, tal volta, è una persona preparata e con una conoscenza che
fonda il suo sapere nella pratica della sua professione in ambito scientifico e
accademico. Al contrario lo stampo Costruttivista, rischia di incombere a
situazioni come l'overload information, in cui si è sommersi da troppi stimoli e
informazioni saturano la mente e confondono. Inoltre, la mole di informazioni
in cui si è immersi, non sempre porta ad una fonte sicura e scientificamente
provata, rischiando di formarsi su materiali non idonei. D'altro canto però, il
costruttivismo basa la sua formazione sul discente, fatto che sollecita la sua
motivazione intrinseca, il soggetto apprende in maniera disinteressata, per il
puro gusto di sapere. Inoltre muove la creatività, la riflessione, il problem
solving, emoziona, sono tutti elementi che aiutano il processo di
memorizzazione alleggerendo il lavoro cognitivo del discente. Il costruttivismo,
fonda il suo apprendimento sulla fonte, l'insegnante, che deve esporre il suo
sapere ai discenti, quindi, questi ultimi risultano passivi, poco partecipi, viene
stimolata solo la motivazione estrinseca, fine quindi ad una ricompensa (il
voto), ciò richiede molto sforzo cognitivo al discente, in quanto deve mettere in
funzione, memoria, attenzione prolungata e controllo emotivo. Il
costruttivismo, promuove l'indipendenza del discente, in quanto stimola la sua
capacità nel sapersi organizzare, la sua crescita dipende da lui, questo stimola
il suo senso di efficacia, e la sua agency, che lo aiutano a concepire il suo
sviluppo formativo come un processo che lui costruisce, e da lui dipendono i
risultati. Mentre con l'approccio comportamentista si rischia di creare una
dipendenza tra allievo e insegnante, che demotiva il soggetto, non lo stimola
mentalmente, trovando tal volta difficoltà nel riconoscersi come fautore del suo
sapere.
Queste due teorie, seppur diverse sotto tanti punti di vista, potrebbero essere
la base per le costruzione di un nuovo modello, che unisca gli aspetti di
entrambe. Un modello che tenga conto sia della qualità dell'insegnamento,
evitando di incombere nella confusione che può generare l'overload
information, ma che nello stesso tempo, fondi un apprendimento centrato sul
discente, che stimoli la sua motivazione intrinseca. Questo è ancora più vero se
si considerano i fattori socio culturali, in cui la dispersione scolastica sembra un
problema, di non poco conto. Lo sviluppo di modelli che stimolino, l'interesse
del discente rendendolo più attivo nel processo di costruzione del suo sapere,
potrebbe prevenire tale fenomeno. In tal senso gli stessi psicologi potrebbero
collaborare più attivamente con il contesto scolastico, promuovendo progetti,
all'interno dell'ambito della psicologia del benessere, in cui può sviluppare o potenziare, negli
studenti, questa abilità, tramite uno skills training, incentrato su abilità e
risorse come la comunicazione efficace, il problem solving, il decision-making,
l'assertivita, l'ascolto, elaborando strategie di memorizzazione, e tal volta ove
necessario, porre attenzione a quei ragazzi che richiedono maggiore
attenzione, come i soggetti con disturbi dell'apprendimento. In questo caso lo
psicologo, potrebbe, proporre ai soggetti il suo aiuto, e disporre gli insegnati
di strumenti dispensativi e compensativi, di cui hanno bisogno tali ragazzi,
come sancito dalla legge del 8 ottobre 2010, n 170. Quindi potrebbe essere
molto utile investire all'interno delle scuole.
E voi cosa ne pensate? lasciateci un commento :)
Dott.ssa Laura Di Paoli
